Depuratore di Quinto

Riassetto paesaggistico e nuova area verde pubblica (2024)

Studio di fattibilità e progetto esecutivo in collaborazione con Studio Pisano Bordoni.

Il progetto ha vinto il concorso di assegnazione dell’area bandito dal Comune di Genova per la nuova gestione assegnata al proponente vincitore Circuito Cinema.

Il progetto di riqualificazione ha condotto alla rifunzionalizzazione della piastra del depuratore di Quinto e il suo completo riassetto architettonico paesaggistico. Siamo partiti dalla necessità di dare una nuova immagine ad un “non luogo” dotato di grandi ed inespresse potenzialità, portando qualità architettonica, attenzione al paesaggio e sostenibilità.

Durante la fase di metaprogetto si era pensato di allargare l’ambito alla scogliera, prevedendo l’accessibilità della stessa per consentire la fruizione estiva a fini di balneazione, ma l’esigenza di rimanere aderenti al bando si sono rimandate queste proposte ad eventuali sviluppi futuri.

Il sistema delle attività è stato studiato in modo da utilizzare l’area e renderla fruibile dagli utenti di ogni età dai bambini piccoli agli anziai, lungo l’arco della giornata e nelle varie stagioni dell’anno.

Lo spazio è diviso in tre fasce: la zona mare che il progetto prevede libera da ingombri per valorizzare la vista aperta sull’orizzonte marino, la fascia centrale in cui si trova il bar e le aiuole rialzate, utilizzata per la somministrazione e nella quale verrà incrementata la dotazione di verde, e la fascia a monte che verrà dedicata alle attrezzature sportive e per il tempo libero. Si sono preferite attività che non richiedono ampie recinzioni e schermature, scartando ad esempio il padel che necessita di una barriera fisica importante che avrebbe impattato sul paesaggio. E’ stata lasciata libera la pedana a levante che è dedicata alle associazioni che praticano Yoga e Pilates.

Razionalizzando gli spazi e le funzioni si è creata una ampia superficie dove assistere ad eventi e spettacoli, la nuova piazza mediterranea, che disporrà di una copertura leggera rimovibile in grado di assicurare lo svolgimento dell’evento o di una manifestazione anche in caso di precipitazioni meteoriche.

Sulla piazza del depuratore è possibile praticare sport di squadra o singolo nel nuovo campetto polivalente, fitness, discipline orientali, orientando l’offerta verso la multi disciplinarietà.

E’ stato realizzato il percorso fitness per allenare il proprio corpo in maniera completa disponendo di attrezzi professionali per il fitness all’area aperta con macchinari progettati per generare il movimento corretto, grazie all’applicazione, sugli attrezzi, dello studio delle biomeccaniche corrette del corpo umano, ed alla predisposizione delle attrezzature con movimenti vincolati, che evitano scorrettezze motorie.

L’area giochi è stata completamente ridisegnata e attrezzata con giochi inclusivi, parzialmente coperta con una biopergola, suddivisa su due fasce di età e posta in adiacenza al bar per rendere più piacevole la sosta dei genitori e facilitare la merenda dei bambini.

Il recupero dell’assetto vegetazionale del giardino è stato totale, ma facendo attenzione alla conservazione degli arbusti e delle piante pre-esistenti e compatibili con la fruizione e aderenti al contesto paesaggistico. Partendo dalla considerazione che siamo in un ambiente artificiale e fortemente antropico si è pensato di non eliminare le piante che abbiano dato prova di essersi ben adattate alle condizioni ecologiche, ma, anche nell’ottica della sostenibilità dell’intervento, si è pensato di mantenere in sito le piante di pitosforo, aloe a altre che, sebbene non autoctone, sono comunque ormai naturalizzate ed entrate nel nostro paesaggio. Verranno eliminate invece le agavi, in quanto le dimensioni delle aiuole in cui sono attualmente ospitate non sono tali da poterle gestire in sicurezza.

Il tema che ha guidato la nuova sistemazione a verde è l’aderenza al contesto paesaggistico, l’orizzonte delle alofite costiere, ovvero la biocenosi che si insedia sui terreni salati, sia sulle spiagge sabbiose (psammofite alofile), sia sulle rupi a picco sul mare (casmofite alofile). La vita delle alofite costiere è condizionata dall’elevato tenore di sali minerali, soprattutto cloruro di sodio, presenti nei suoli sabbiosi ed anche nell’ambiente subaereo quando, col vento di mare, l’aereosol finemente nebulizzato viene trasportato a terra. Le specie di riferimento per questo ecosistema sono costituite da piante adattate ad una alta salinità e a venti rilevanti, con substrati superficiali e tendenzialmente poveri. Con la diminuzione delle precipitazioni e la loro concentrazione in poche giornate risultano ecologicamente avvantaggiate le specie a basso consumo idrico o che riescono a ottenere l’acqua necessaria dall’umidità atmosferica e di rugiada.

E’ stato realizzata un micro orto botanico su questo tema anche in collaborazione con un vivaio specializzato nel settore. Queste piante si sono adattate a vivere senza irrigazione e su poco substrato, anche se si sono rialzati i cordoli delle aiuole che sono parzialmente bordati da panche in modo da ottenere una maggiore quantità di terreno, si tratta comunque di una profondità molto limitata. La grande aiuola a lato dell’edificio è stata rialzata e organizzata come aiuola didattica con alcune psammofite tipiche dell’areale ligure come ad esempio: Pancratium maritimum, Glaucium flavum, Eryngium maritimum, Crithmum maritimum, Arthrocaulon macrostachyum, Euphorbia dendroides.

L’attenzione a utilizzare piante che non necessitino di irrigazione (ovvero che necessitino alcuni interventi di irrigazioni solo limitatamente al post-impianto) è un’urgenza legata alla crisi idrica che ormai si presenta puntualmente tutte le estati.

Nell’ aiuola a onda lungo il mare sarà quindi introdotto un mix di psammofite costiere.

Nelle aiuole lato monte è stata conservata la siepe di pitosforo che è stata arricchita da altri arbusti mediterranei oltre che dagli alberelli di Nerium oleander di lato alle panchine, da alcuni rampicanti (Trachelospermum jasminoides e Bougainvillea spectabilis) posti a dimora per nascondere la recinzione in ferro che crea una cesura un po’ troppo netta. Al piede della siepe invece saranno messe a dimora alcune piante ricadenti, tipo Rosmarinus prostrato per nascondere le zone vuote che si sono create sotto alla siepe.

Per permettere la fruizione immersiva nel verde l’area dei camini di areazione è stata trattata a tappeto erboso rustico con macroterme alofile, sono state inserite alcune piante di Tamarix gallica per creare un po’ di barriera arrotondando gli angoli e due piante di Morus alba che ombreggiano l’area adiacente pavimentata in estate.