Rigenerazione urbana

Spazio pubblico a Cavi Arenelle [2024]

Progetto definitivo

La zona dell’espansione urbana degli anni settanta è caratterizzata da un assetto viario connotato da marciapiedi di limitata dimensione che si punteggiano in modo irregolare di piccoli stalli per le alberature, molti dei quali ad oggi vuoti.

Il progetto prevede la completa revisione delle alberature presenti, lo svuotamento delle buche dal materiale inadatto e il riempimento con terreno di coltura concimato e pronto per la messa a dimora. Purtroppo non è possibile organizzare un impianto di irrigazione perché questo comporterebbe la demolizione di parte dei marciapiedi con un impegno economico non sostenibile, ma si ritiene che scegliendo la pianta giusta si possa prevedere una necessità idrica solo per i primi tre anni dopo l’impianto salvo irrigazioni di soccorso nei periodi più siccitosi da organizzarsi tramite il servizio di manutenzione.

Per i primi anni post impianto invece l’irrigazione dovrà essere concordata con la ditta realizzatrice in modo da prevedere un collaudo finale dell’opera dopo i tre anni dalla messa a dimora.

Stato attuale

Il paesaggio di riferimento del contesto in oggetto è il Piano Basale e specificamente nell’Orizzonte delle sclerofille mediterranee (zona collinare) e nell’Orizzonte delle alofite costiere (area più vicina alla linea di costa).

Il paesaggio di Cavi di Lavagna è un esempio di tipico paesaggio ligure, la regione è costituita da una stretta striscia costiera delimitata da un sistema di rilievi montuosi ad arco, la pianura di Lavagna resta a ponente mentre a Cavi Arenelle le ultime propaggini di detrito alluvionale salgono rapidamente dal livello del mare sino al crinale delle alture di Santa Giulia che proteggono il litorale dall’influenza climatica delle regioni settentrionali.

L’urbanizzazione del secondo dopo guerra è stata condotta secondo il criterio di massimizzazione della cubatura realizzata, sovraimponendo una maglia ortogonale fino scontrarsi con il declivio senza un pensiero logico oltre alla nuda geometria. Una strada di circonvallazione, memoria di un percorso di matrice storica collega la costa con la collina partendo da ponente creando una connessione che sostituisce le percorrenza di risalita obliterate dalla maglia urbana.

La necessità di massimizzare il numero di blocchi ha portato a diminuire il più possibile la dimensione delle strade e dei marciapiedi e da questi presupposti sono derivati marciapiedi molto stretti e stalli per le piantumazioni molto limitati che non sono in grado di ospitare piante di altofusto peraltro incompatibili con una distanza così breve con le facciate dei palazzi, neppure desiderabili per chi vive gli alloggi come seconde case.

I giardini di Arenelle sembrano arrendersi a questa logica e manifestano una mancanza di personalità derivante dall’impossibilità di ricollegarsi ad un contesto ormai reso anonimo dalla veloce trasformazione svincolata dalla realtà locale pre-esistente. Le linee spezzate sembrano evocare il senso di rottura e disgregazione di un luogo che non ha trovato una forma e una nuova immagine. Lo spaesamento è acuito dalla ricerca del mare, il visitatore sa che il mare è vicino, lo sente con il naso e le orecchie, ma non lo vede: la ferrovia e le infrastrutture balneari impediscono a chi sosta in questo luogo qualsiasi visione della costa e questa situazione è frustrante e sorprendente allo stesso tempo.

Inquadramento metodologico

Lo spazio urbano di Cavi Arenelle è composto dalle strade che formano la maglia dell’abitato, la zona dei giardini in fregio alla via Aurelia e la piazza della Chiesa.

La strategia prevede di considerare l’intervento nel suo complesso interrompendo il processo di frammentazione degli interventi per ricondurre il luogo ad una immagine unitaria che gli restituisca la sua identità. McHarg descrive il paesaggio come una tela senza cuciture allo stesso modo la progettazione del paesaggio deve essere il più ampia possibile per evitare cesure e limiti che risulterebbero dissonanti.

Come definito dalla Convenzione Europea del Paesaggio il "Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni alla luce di questa definizione è facile comprendere la necessità di partire dalle matrici naturali ed antropiche di un luogo per procedere alla sua trasformazione in modo che si possa creare quel riconoscimento da parte di chi il paesaggio abita ristabilendo l’identità del luogo stesso.

Il progetto di riassetto paesaggistico

Il progetto prende in considerazione l’intero abitato di Cavi Arenelle individuando le criticità e organizzando una sinergia di azione per la loro risoluzione.

La zona può suddividersi in tre settori con differente natura e criticità che si intersecano e dialogano fra loro, a volte in modo fluido a volte con elementi di cesura interclusi:

  1. la maglia urbana

  2. la piazza verde

  3. la piazza della Chiesa di Gesù Risorto

La maglia urbana si collega con i giardini senza soluzione di continuità mentre il contatto con la Chiesa di Gesù Risorto non è risolto e avviene in modo quasi casuale, il progetto dovrà curare questo aspetto. I giardini e la Chiesa non dialogano perché fra loro si frappongono alcuni isolati, si è progettato un dialogo a distanza attraverso l’inserimento della stessa tipologia di vegetazione lungo il fronte Aurelia. I giardini saranno in collegamento con il nuovo insediamento commerciale a ponente.

La maglia urbana

La zona dell’espansione urbana degli anni settanta è caratterizzata da un assetto viario connotato da marciapiedi di limitata dimensione che si punteggiano in modo irregolare di piccoli stalli per le alberature, molti dei quali ad oggi vuoti. Il progetto prevede la completa revisione delle alberature presenti, lo svuotamento delle buche dal materiale inadatto e il riempimento con terreno di coltura concimato e pronto per la messa a dimora. Purtroppo non è possibile organizzare un impianto di irrigazione perché questo comporterebbe la demolizione di parte dei marciapiedi con un impegno economico non sostenibile, ma si ritiene che scegliendo la pianta giusta si possa prevedere una necessità idrica solo per i primi tre anni dopo l’impianto salvo irrigazioni di soccorso nei periodi più siccitosi da organizzarsi tramite il servizio di manutenzione. Per i primi anni post impianto invece l’irrigazione dovrà essere concordata con la ditta realizzatrice in modo da prevedere un collaudo finale dell’opera dopo i tre anni dalla messa a dimora.

Saranno conservate le piante presenti in buone condizioni di salute che si sono quindi dimostrate adatte all’ambiente e si sono selezionate le altre specie vagliandole attraverso un sistema di più setacci determinato dalle esigenze prestazionali delle piante stesse.

Innanzitutto sono state fondamentali le dimensioni e l’habitus, è necessaria una pianta di dimensioni molto ridotte, si sono dovute escludere essenze arbustive per non diminuire il passaggio pedonale, la quota di sviluppo dell’elemento vegetale è assegnata da circa un metro e ottanta a tre metri e mezzo, in quanto non dovrà interferire con il passaggio, ma neppure scontrarsi con le facciate che sono molto vicine essendo i marciapiedi di dimensione spesso inferiore ai due metri e lo stallo quasi sempre inserito in essi. Si sono preferite le essenze sempre verdi per evitare la punta nel carico di lavoro per la pulizia delle strade in corrispondenza dei mesi autunnali quando eventi meteorici importanti sono in grado di mettere a dura prova un sistema fognario.

Si sono identificate alcune piante sempre verdi che potessero essere allevate ad alberello sono state verificate le loro caratteristiche nei confronti del substrato, della irrigazione, delle differenti esposizioni, della necessità di manutenzione e della resilienza a tagli ripetuti, si è infine constatato che fosse preferibile una ottima rispondenza a queste caratteristiche rispetto ad una aderenza puntuale al paesaggio di riferimento, questo perché l’elevato grado di antropizzazione del paesaggio urbano rendeva questo aspetto scarsamente rilevante a fronte dell’urgente necessità di una ragionevole certezza di attecchimento con un livello di manutenzioni ordinario.

Infine si sono consultati alcuni produttori per capire cosa il mercato poteva offrire in tempi brevi senza un contratto di coltivazione.

La scelta più versatile è stata identificata nella Photinia x fraseri, evitando la varietà Red Robin in quanto troppo evidente e dissonante con il contesto, per la sua adattabilità anche a posizioni non di pieno sole, come il lato settentrionale della cortina edificata. Photinia x fraseri è un arbusto che può essere allevato in vivaio in forma di  piccolo albero, sempreverde, raggiunge i 3-4 metri di altezza, si tratta di un arbusto tondeggiante, frondoso, con fusti sottili, ben ramificati; le foglie sono ovali o lanceolate, di colore rosso vivace quando germogliano, divengono poi verde scuro; anche durante l'autunno e l'inverno alcune foglie possono assumere colorazione aranciata. All'inizio della primavera produce numerosi piccoli fiori bianchi, riuniti in corimbi, delicatamente profumati. In estate sulle piante è possibile vedere alcune piccole bacche rossastre. Viene utilizzato in forma arbustiva per le siepi e non teme il taglio anche severo. Si adatta alle diverse esposizioni ed è indifferente alla pedologia del substrato. Infine la presenza nella zona di Sestri Levante di esemplari in ambiente urbano perfettamente ambientati ha fatto da verifica in sito della scelta.

A questa pianta specie che è in grado di vegetare bene anche nelle zone di ombra e mezz’ombra, si sono aggiunte anche piante mediterranee come il Nerium oleander, il Citrus aurantium e il Ligustrum lucidum già presenti nella maglia urbana che verrano utilizzate per completare i viali laddove questa specie è già presente. Infine si è aggiunta, anche se si tratta di una caducifoglie, la Lagerstroemia indica per l’ottima resistenza alla siccità oltre che una fioritura molto interessante nel periodo estivo.

La scelta di una sistemazione plurispecifica è stata determinata dalla sempre più pressante condizione di attacco alle alberature da parte di patologie o entomofauna che stanno decimando le sistemazioni monospecifiche.

La piazza verde

Il progetto dei giardini di Cavi Arenelle è il cuore del progetto di rigenerazione e nasce dalla percezione di Cavi come un luogo in cui l'antropizzazione ha lottizzato il paesaggio utilizzando la forma rettangolare del blocco residenziale come matrice di una moderna centuriazione, una sovra-imposizione rapida e incurante della natura del luogo.

Qui nel giardino accade qualcosa, come se arrivati a contatto con il fronte mare l'elemento naturale scompigli la logica umana e i rettangoli si sparpagliano come le carte di un mazzo caduto a terra, trascinati dal moto marino si dispongano sulla battigia.

In una matrice totalmente vegetale i rettangoli sono gli elementi del percorso del giardino, come delle zattere che navigano nel mare della vegetazione, un rettangolo di maggiori dimensioni collega l’abitato al giardino come un pontone che si protende nel mare. I rettangoli ai margini si sovrappongono ai marciapiedi per inviare il visitatore ad addentrarsi nel giardino.

Alcune zattere diventano le piazzole della zona giochi, le altre sono pavimentate in piastrelle di calcestruzzo, tipiche della zona di Lavagna e di Chiavari, ma rivisitate in una versione liscia che le rende contemporanee: la loro tessitura di posa conserva la definizione dei diversi rettangoli.

La vegetazione scelta è a bassissima manutenzione, prevalentemente derivante dal paesaggio di riferimento e organizzata per piantagioni massive in modo da diminuire la manutenzione e aumentare l’effetto estetico di architettura vegetale. Saranno mantenuti, previa verifica VTA i due lecci, e verranno introdotti altri altofusti per assicurare l’ombra nel periodo estivo, verrà organizzato un tappeto erboso nella zona di ponente dedicata al gioco libero mentre le restanti parti saranno destinate ai tapezzanti per diminuire la manutenzione. La siepe verrà mantenuta in corrispondenza dell’area giochi per definire lo spazio verso la via Aurelia e saranno organizzate delle quinte di vegetazione di media altezza a chiudere le visuali verso le rampe di parcheggio. Saranno mantenute le visibilità dalle case verso il mare con piantumazioni a sviluppo orizzontale e chioma leggera. La fontana presente è stata integrata nel nuovo disegno perché ci si è osservato che schermando opportunamente i volumi tecnici abbia una buona valenza estetica e costituisca già un elemento di un certo valore identitario come anche le palme.

La piazza della Chiesa di Gesù Risorto

Una premessa importante per spiegare il progetto della piazza è che essa è la copertura di una autorimessa interrata, quindi non sono ipotizzabili cambiamenti di lay-out architettonico. Il progetto definitivo verificherà la portata dei solai per le nuove piantumazioni.

La zona del fronte mare di Cavi Arenelle dovrà avere una unitarietà e una riconoscibilità immediata per chi transiti dalla via Aurelia, per questa ragione anche sulla piazza della Chiesa saranno messe a dimora le palme in gruppi che apriranno la composizione richiamando i ciuffi di palme presenti nel giardino di Arenelle. Gli olivi delle aiuole di ponente che si sono ben sviluppati saranno mantenuti, mentre le piante delle aiuole centrali che non si sono sviluppate saranno sostituite dalle palme in filare che condurranno lo sguardo verso la chiesa. La sistemazione del tappeto erboso sarà implementata con un prato naturale in grado di avere un valore estetico dato dalla fioritura e che colmerà la sistemazione ad oggi caratterizzata da una carenza di substrato che non potrà essere ricaricato per motivi strutturali, ma la cui percezione verrà oblitarata dalla creazione di un volume di verde cosituito dal prato non sfalciato e fiorito. La poca necessità idrica di questa sistemazione collima con le esigenze delle palme e rende la consociazione funzionale e gestibile con la sub-irrigazione. Questa nuovo assetto vegetazionale garantirà un’ottima resa estetica a fronte di una bassa manutenzione, minimizzando gli sfalci e le esigenze idriche.

Conclusioni

Il progetto di rigenerazione urbana di Cavi Arenelle porterà al riassetto paesaggistico della frazione, restituendole una identità a lungo obliata. Le sistemazioni sono pensate per rispettare il paesaggio di riferimento e per rendere riconoscibile ed identitario il paesaggio di Cavi Arenelle come sintesi di natura e cultura del luogo.